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11 Gennaio 2016

Il criterio per riconoscerci Cristiani

IL CRITERIO PER RICONOSCERCI CRISTIANI
di Papa Francesco
Chi mette in pratica le opere di misericordiaha la controprova che la sua azione viene da Dio: l’unico criterio per capirlo ruota infatti intorno alla concretezza della «incarnazione, di Gesù venuto nella carne».
L’apostolo Giovanni riprende«una parola di Gesù nell’ ultima cena: “rimanere”». Precisamente Giovanni scrive: «Chi osserva i suoi comandamenti, “rimane” in Dio e Dio in lui».
E «questo “rimanere” in Dio è un po’ il respiro della vita cristiana, e lo stile». Infatti possiamo dire che «un cristiano è quello che rimane in Dio», «un cristiano è quello che “ha” lo Spirito Santo e si lascia guidare da Lui: rimanere in Dio e Dio rimane in noi, per lo Spirito che ci ha dato».
State attenti, non prestate fede a ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio». Proprio «questa è la regola quotidiana di vita che ci insegna Giovanni».

«Mettere alla prova gli spiriti», dunque. «Ma cosa vuol dire quel “mettere alla prova gli spiriti”? Sembra che ci siano fantasmi…». Invece no,perché in realtà Giovanni suggerisce di «mettere alla prova gli spiriti per saggiare da dove vengono: saggiare lo spirito, cosa succede nel mio cuore». Così «ci porta lì, al cuore», a chiederci appunto«cosa succede, cosa sento nel mio cuore, cosa voglio fare? La radice di ciò che sto sentendo adesso, a dove viene?»…. «questo è mettere alla prova per “saggiare”». E proprio «il verbo saggiare» è quello più appropriato per verificare davvero«se questo che sento viene da Dio, dallo spirito che mi fa rimanere in Dio, o se viene dall’altro». Alla domanda «chi è l’altro?», la risposta è netta: «L’anticristo».
Del resto, «il ragionamento di Giovanni è semplice, diretto, io direi circolare, perché torna sullo stesso argomento: o sei di Gesù o sei nel mondo». E «riprende quello che Gesù,anche, aveva chiesto al Padre per tutti noi: di non toglierci dal mondo, ma di difenderci dal mondo». Perché «la mondanità è lo spirito che ci allontana dallo spirito di Dio che ci fa rimanere nel Signore».
«Ma, quali sono i criteri per fare un bel discernimento di quello che accade nella mia anima?». Giovanni propone un solo criterio e lo presenta con queste parole: «In questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito — ogni emozione, ogni ispirazione che io sento — che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio».
«Il criterio è Gesù venuto nella carne, il criterio è l’incarnazione»«io posso sentire tante cose dentro, anche cose buone, idee buone. Ma se queste idee buone, questi sentimenti non mi portano a Dio che si è fatto carne, non mi portano al prossimo, non sono di Dio». Ed è per questo che «Giovanni incomincia questo passo della sua lettera dicendo: “Questo è il comandamento di Dio: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri”».
Applicando questa verità alla vita cristiana di ogni giorno, «possiamo fare tanti piani pastorali, immaginare nuovi metodi per avvicinarci alla gente, ma se non facciamo la strada di Dio venuto in carne, del Figlio di Dio che si è fatto uomo per camminare con noi, non siamo sulla strada del buono spirito». Anzi, a prevalere «è l’anticristo, è la mondanità.
«quanta gente troviamo, nella vita, che sembra spirituale,ma non parla di fare opere di misericordia». E «perché? Perché le opere di misericordia sono proprio il concreto della nostra confessione che il Figlio di Dio si è fatto carne: visitare gli ammalati, dare da mangiare a chi non ha cibo, aver cura degli scartati».
Le «opere di misericordia», dunque, «perché ogni nostro fratello, che dobbiamo amare, è carne di Cristo: Dio si è fatto carne per identificarsi con noi e quello che soffre è il Cristo che lo soffre».
«se tu vai per questa strada, se tu senti questo, vai bene» perché proprio «questo è il criterio del discernimento per non confondere i sentimenti, gli spiriti, per non andare su una strada che non va».
Ritornano, dunque, le parole di Giovanni: «Non prestate fede a ogni spirito— state attenti — ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio». Perciò, ha ribadito con forza, «il servizio al prossimo, al fratello, alla sorella che ha bisogno — sono tanti i bisogni —anche di un consiglio, del mio orecchio per essere ascoltato: questi sono i segni che andiamo sulla strada del buono spirito, cioè sulla strada del Verbo di Dio che si è fatto carne».