28 Febbraio 2021
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dal 6 al 14 Marzo 2021
7 Marzo 2021
28 Febbraio 2021
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7 Marzo 2021

7 Marzo 2021

Dal vangelo secondo Giovanni   2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù sali a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, la seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovescio i banchi, e ai venditori di colombe disse: Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato! I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: Quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 Commento

Il cammino di Quaresima prepara la Chiesa a celebrare la Pasqua di Gesù nella sua morte e risurrezione. Il vangelo di questa domenica accompagna a comprendere due importanti realtà. La prima riguarda il tempio di Gerusalemme, la seconda la risurrezione. Le due cose sono legate. Infatti il tempio della città santa era considerato il luogo dove si poteva incontrare Dio perché lì abitava. Il creatore del mondo che aveva fatto tutte le cose con generosità e sapienza aveva deciso di abitare in mezzo al popolo scelto per essere lievito di fede e pace per i popoli. Il tempio era l’edificio che doveva custodire il senso della presenza di Dio, affinché ciascuno potesse trovare le condizioni per mettersi davanti a Dio e trovare riconciliazione e pace. Tuttavia la pratica dei sacrifici aveva trasformato questo luogo nel centro economico più importante di Israele. Gesù, quando va al tempio, non sopporta questa perversione del luogo di incontro con Dio e compie quel gesto così forte di rovesciare i banchi dei cambiavalute. La casa di Dio è un luogo per pregare, cioè per stare alla presenza di colui che è gratuità assoluta e non un luogo per sbrigare i propri affari. Ci sono dei momenti dove anche noi trattiamo spesso la preghiera come un affare da cui ricavare dei vantaggi e non un incontro gratuito e libero tra persone. Tutti gli evangelisti ricordano questo episodio, ma mentre i primi tre lo collocano poco prima della sua passione e morte, come evento che scatena la condanna a morte, l’evangelista Giovanni lo pone all’inizio del ministero di Gesù quasi a dire che il maestro di Nazaret prende di petto le autorità del popolo. Di più, nel quarto vangelo l’episodio al tempio diventa l’occasione per annunciare già la risurrezione. Il vero luogo dove abita Dio non sarà più un luogo, ma la persona di Gesù. Egli risorgendo dai morti ha manifestato dove si trova la vita che non muore più. E dove c’è la vita c’è Dio, fonte perenne di essa: ‘parlava del tempio del suo corpo’. L’appuntamento con Dio in mezzo a noi è in Gesù risorto da morti, che raggiunge tutti gli uomini tramite la presenza dei suoi discepoli con i quali egli ha voluto rendersi presente in questo mondo. I suoi discepoli, ricordando le sue parole e celebrando i suoi gesti nei santi sacramenti, rendono visibile in ogni luogo e per ogni generazione la sua risurrezione che offre la vita a tutti coloro che la desiderano e la cercano con sincerità, in modo gratuito e libero da ogni tornaconto.