8-10/12/2017
11 Dicembre 2017
III domenica: Chi ama gioisce nel riconoscere la Presenza In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
17 Dicembre 2017
8-10/12/2017
11 Dicembre 2017
III domenica: Chi ama gioisce nel riconoscere la Presenza In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
17 Dicembre 2017

lI dogma dell’Immacolata concezione

8 dicembre 1854 papa Pio IX proclamò il dogma di Maria: “preservata da ogni macchia di peccato originale“), ma la fede in questa verità è antichissima. In Occidente S. Agostino affermava che tutti devono riconoscersi peccatori “eccettuata la santa Vergine Maria, della quale, per l’onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione quando si parla di peccato”.

Oggi la Liturgia proclamando il testo evangelico di Lc 1,26-38 intende sottolineare quei dati che sono più legati alla persona di Maria in rapporto al dono di essere preservata dal peccato originale: diventano elementi di primo piano il saluto dell’angelo a Maria, l’appellativo “piena di grazia” e l’annuncio “il Signore è con te”.

Il saluto dell’angelo (chàire = rallegrati) non è tipico del mondo ebraico, che invece salutava con “shalòm” (= pace, realizzazione). L’angelo attraverso il saluto allude a un testo profetico di Sofonia che annunciava i tempi messianici: “Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!” (Sof 3,14). Il turbamento di Maria è legittimo (A queste parole ella rimase turbata). Si trattava di un saluto messianico ed era rivolto a lei. La spiegazione del saluto si trova nell’appellativo (o nella rivelazione?) adoperato dall’angelo: “kecharitomène” (traduzione italiana, “piena di grazia”), ovvero “trasformata totalmente da Dio per mezzo della sua grazia“. Dietro a questo verbo si rivela l’opera di Dio in Maria Vergine e si colloca la verità di fede che oggi la Chiesa celebra. La grazia di Dio ha fatto di Maria una creatura eccezionale, diversa dalle altre.  Il dono di Dio a Maria (Im­ma­colata) non è un privilegio personale della Vergine fine a sé stesso, ma è un dono divino che inserisce Maria in quel disegno di salvezza che avreb­be visto Gesù, suo Figlio, il punto omega di ogni azione salvifica di Dio nei confronti dell’um­anità.

(Mons. Renato De Zan)