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Commento al Vangelo del 16/09/2018

Commento di padre Ermes Ronchi 

La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Di­cono che sei un profe­ta: una creatura di fuoco e roccia, di fuoco e luce, come Elia, come il Battista; dicono che sei voce di Dio e suo re­spiro. Gesù non si sofferma oltre su ciò che dice la gen­te. Lui sa che la verità non ri­siede nei sondaggi d’opinio­ne. E pone la grande domanda, quella che fa vivere la fede: E voi, chi dite che io sia? Una domanda da custo­dire e amare, perché il Si­gnore ci educa alla fede at­traverso domande: tu, con il tuo cuore, la tua storia, il tuo peccato e la tua gioia, tu, co­sa dici di Gesù? Ora non servono più libri o formule di catechismo; o­gnuno uscito dalle mani di Dio, ognuno caduto e risor­to, affamato e incamminato deve dare la sua risposta. La Bibbia è piena di nomi di Dio – pastore, sorgente, fuoco, rugiada, vino, amante, brac­cio forte, carezza -: a Dio si addicono tutti i nomi. Un salmo lo chiama «roccia e ni­do» (84,4); un altro «sole e scudo» (5,13), ma è ancora «ciò che la gente dice», an­che se con parole sante. C’è un ultimo nome, il nome che gli dà il mio patire e il mio gioire, che contiene il mio sa­pore di Dio, che viene dall’a­verlo molto cercato, qualche volta sentito, in qualche mo­do sfiorato con le dita dell’a­nima: tu sei il Cristo. Non u­na persona di ieri, come Elia o il Battista, non un ricordo, niente sei tra le cose passa­te. Ma Cristo cos’è «per me»? Per me vivere è Cristo, ha detto Paolo; per me, adesso, Cristo significa vivere. Già solo nominarlo equivale a confortare e intensificare la vita, più Cristo equivale a più io. E cominciò a insegnare loro che il figlio dell’uomo doveva molto soffrire. Pietro si ribella, come mi ribello an­ch’io. Un Dio di molto patire non è ciò che mi attendevo. Posso seguire le indicazioni spirituali di Gesù, le sue re­gole morali mi convincono, mi seduce un Gesù guaritore e camminatore, acco­gliente e amicale, libero co­me nessuno, posso avere gli stessi suoi sentimenti. Ma la croce! La croce è l’impensa­bile di Dio, il mezzo più scan­dalosamente povero, ma è anche l’abisso dove Dio di­viene l’amante, amore fino alla fine, senza inganno al­cuno, Dio affidabile. Solo allora i discepoli capi­ranno chi è Gesù: disarmato amore, crocifisso amore, e per questo vincente. Se qual­cuno vuol venire dietro di me, prenda su di sé una vita che sia simile alla mia, che sia croce e dono, non per pa­tire di più, ma per far fiorire di più la zolla di terra del cuo­re, e poi essere nella vita da­tore di vita. Come Lui.