dal 12 al 20 Marzo 2022
13 Marzo 2022
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13 Marzo 2022

Dal Vangelo secondo Luca (9, 28b-36)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

 

Commento di don Federico Zanetti

Che Gesù stia in preghiera non è una novità. I discepoli l’avevano visto altre volte, con ammirazione. Per cui, quello che succede in questo brano è del tutto inatteso. Una sorpresa sconvolgente, tanto che rimangono senza parole, spauriti, perfino intorpiditi. Neanche capiscono di che cosa stanno discorrendo il loro maestro con i più grandi profeti del loro popolo. Ci sono esperienze di fede o spirituali che possiamo raccontare. Nostre o di altri. Momenti mistici, di profonda intuizione. Momenti molto belli, di pace. Infatti, Pietro, quando vede che stanno per andarsene, si sveglia e fa una proposta: stiamo ancora qui. È mosso dalla “bellezza” di questo evento e vorrebbe che non finisse. Ma non è dato. Invece il mistero si infittisce, una nube li avvolge. Solo una voce dal cielo da loro istruzioni precise perché questo spettacolo continui: “Questi è il Figlio, l’eletto. Ascoltatelo!”. Perché il Signore non ci lascia a lungo o per sempre nella benedizione dell’ispirazione o della gioia nello Spirito Santo? Perché non ricordiamo a lungo i segni spirituali della sua presenza? Non si capisce. Però i discepoli capiscono che devono ascoltarlo ancora. Se abbiamo ricevuto segni è perché possiamo ascoltare. C’è da ascoltare il miracolo ancora più grande che Gesù sta per fare, un miracolo in cui forse non riacquisterò la vista, non diventerò sano improvvisamente, ma proprio il suo “esodo” a Gerusalemme, in cui lui darà la sua vita per me. È questa la vera bellezza. Forse, come i discepoli, non abbiamo mezzi per interpretare questo grande dono, per gustarlo in tutto il suo valore: dobbiamo ascoltare ancora molto prima di imparare. Per questo anche noi come loro, dobbiamo cominciare a tacere, davanti a Dio e anche davanti ai fratelli. Lasciamo parlare Lui, i fratelli, le circostanze… Facciamo silenzio e comprenderemo meglio.