dal 9 al 18 Aprile 2022
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10 Aprile 2022

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,28-40)

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:

«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

Commento di don Federico Zanetti

Una caratteristica particolare del racconto della Passione nel Vangelo di Luca è lo spazio dato alla memoria dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Dopo aver cenato, spezzato il pane e condiviso il calice, dopo aver lanciato a Giuda il suo ultimo avviso, Gesù parla a lungo con i suoi discepoli. Li prepara alla terribile esperienza della sua tortura e della sua morte. Quali indicazioni dà Gesù ai discepoli per attraversare lo scandalo della sua apparente, ma convincente sconfitta? Come mostra anche a noi di essere forti nel momento della crisi, quando tutto sembra perduto e Dio inefficace?

Il primo suggerimento e quello di ricordare chi è davvero il più grande (22,24-30). Infatti, mentre i grandi delle nazioni, i libri di storia ricordano come più grandi coloro che hanno un grande seguito al loro servizio, Gesù ci ricorda che nella nostra vita reale il più grande, il più apprezzato è colui che serve, che si rende utile e lo fa con dedizione e amore. Lui non vuole essere uno importante nei libri di storia, ma nella nostra vita ogni giorno. È questo il principio fondamentale del Regno di Dio. Un secondo suggerimento viene tramite Pietro (22,31-34). Nel momento chiave egli cederà, per aver troppo confidato nel suo preteso eroismo. Questo però non gli impedirà di rialzarsi umilmente, di convertire e soprattutto di confermare i fratelli. Nella crisi abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci sorregga. Passata la crisi possiamo anche noi sostenere caparbiamente il nostro prossimo ed è questo il modo migliore per attraversare la fatica: aiutare gli altri. Il terzo suggerimento è un invito alla fortezza e alla pazienza: “Ora, chi ha una borsa la prenda… chi non ha una spada ne compri una” (22,35-38). Per superare la tentazione di pensare che Dio sia stato sconfitto, dovremo dare fondo a tutte le nostre risorse spirituali, non dovremo risparmiare nulla. Soprattutto dovremo ricordare che il nostro modo di usare le “armi” spirituali non è lo stesso con cui il mondo usa le sue. Se useremo la spada della fiducia o della verità non la useremo per uccidere, ma per imitare Gesù su una via in cui l’unico insegnamento che gli altri ne potranno trarre sarà l’amore immenso di Dio. Così la Passione di Gesù salva il mondo.