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Commento al Vangelo del 09/12/2018

Ti vengo incontro… e tutto cambia

«La parola di Dio venne» (v. 2)… Il brano del Vangelo di questa domenica inizia con una frase lunga, piena di nomi, che sembra non arrivare mai al dunque. Vuole descrivere con precisione la cronologia, il tempo in cui si ambienta. Il messaggio principale è: “La Parola di Dio venne su Giovanni”, ma dobbiamo attenderla solo alla fine del v. 2. Perché la Parola non è ideale, non è un messaggio teorico, ma una Parola concreta, che diventa una persona concreta, con tutte le sue circostanze, e che cambia la storia. Il nostro Dio non vuole solo istruirci, mostrarci la verità, dirla a gran voce, ma proprio farla, realizzarla. Il Vangelo scende sulle persone: non è uno stemma o una mostrina, è storia vera. Questo Vangelo vale oggi, diventa carne oggi stesso, qualsiasi sia il nostro modo di calcolare la data. «Percorse tutta la regione predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (v. 3)… Oggi che pensiamo che nulla sia più peccato, oggi che non crediamo nel perdono, oggi che siamo certi che la gente non cambia, Giovanni ci invita a immergerci proprio in questa buona notizia: siamo chiamati a raggiungere le persone, ad annunciare il Vangelo del perdono e della vita nuova (“conversione”) che noi stessi abbiamo vissuto. Il Signore non ci chiede di giudicare questo mondo, di disprezzarlo, di guardarlo dall’alto in basso, di essere più buoni degli altri… ma di parlare faccia a faccia con il nostro prossimo per annunciare la possibilità di immergersi (“battesimo”) nel perdono di Dio e di vivere con uno spirito diverso.

«Voce di uno che grida nel deserto» (v. 4)… Il grido del Vangelo risuona nel deserto. Sembra inascoltato. Sembra non incontrare l’attenzione di nessuno. Ma chi annuncia il Vangelo non si perde d’animo. Strade si aprono, ovunque, perché la salvezza di Dio venga. Con tenacia e coraggio siamo chiamati a esplorare strade nuove di incontro con gli altri, perché il salvatore possa mostrare la sua potenza. Gli ostacoli sono temporanei. Fidiamoci.                   don Federico Zanetti