MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO  PER LA QUARESIMA
21 Marzo 2018
18 Marzo 2018
21 Marzo 2018
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO  PER LA QUARESIMA
21 Marzo 2018
18 Marzo 2018
21 Marzo 2018

Quinta domenica di Quaresima

Crescere nell’amore, facendoci chicco caduto in casa per portare frutti di vita.

 

Dal Vangelo Giovanni (12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».

Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia

glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il

chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».

Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

 

Commento di don Stefano Vuaran

La quinta domenica di Quaresima è sempre la tappa che prepara più immediatamente ai misteri pasquali: domenica prossima saremo già nella Settimana Santa e contempleremo gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù.

Il brano di Giovanni di oggi, che ci mostra il modo in cui Gesù sta per affrontare ciò che ha ormai capito che gli sta per succedere: il rifiuto e la condanna a una morte infame. Alcuni credenti greci venuti per la Pasqua, ai quali era giunta la fama di Gesù, desiderano incontrarlo. Gesù “rispose loro”… ma in realtà non risponde niente! O almeno, così sembra a prima vista. Non dice sì o no, ma dà l’annuncio che è giunta l’ora della propria glorificazione. E conclude con una frase sibillina: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. E Giovanni commenta: Gesù sta parlando dell’innalzamento sulla croce.

Ecco allora la risposta ai greci: se volete vedermi (sembra dire Gesù) non solo con gli occhi del corpo, ma per comprendermi in profondità, guardatemi innalzato sulla croce; lì capirete chi sono davvero e qual è il senso della mia vita e dei miei insegnamenti. È l’invito rivolto anche a noi che ci stiamo dirigendo verso la Settimana Santa: la croce è il luogo della manifestazione piena della divinità di Cristo, del suo rapporto unico con il Padre che non a caso, come nel battesimo e nella trasfigurazione, proprio in questo momento fa sentire la sua voce dal cielo. La croce è il momento più alto, sublime, della vita terrena del Figlio di Dio fattosi uomo per manifestare concretamente fino a che punto arriva l’amore di Dio per l’umanità. Un Dio capace di rinunciare a se stesso e alle proprie prerogative divine per scendere verso l’uomo e camminare in sua compagnia. Un Dio talmente umile da prendere su di sé le nostre debolezze e i nostri peccati spingendosi fino alla morte come un malfattore. Ecco colui che i greci volevano contemplare: un Figlio di Dio che ottiene una gloria paradossale, superiore a qualsiasi immaginazione umana, e per questo profondamente più vera di ogni nostra aspettativa.

Ma la gloria non è solo per se stesso: come chicco di grano Gesù porta molto frutto; come signore di una moltitudine di seguaci, invita i suoi servi a comportarsi come lui, che si è fatto servo dell’umanità in tutto. Così per il credente si apre la possibilità di imitare Cristo fino in fondo: come lui, ogni cristiano è chiamato a spendere la propria vita per qualcosa di grande. Gesù ci ha mostrato che nulla, neanche la morte, è più un ostacolo alle nostre aspirazioni di bene; nulla merita la nostra paura, perché il cammino che siamo chiamati a percorrere, Gesù per primo l’ha percorso per noi. Al termine di questo cammino c’è la vita eterna, nella partecipazione piena alla gloria e all’amore di Dio che risplende nel suo Figlio, Gesù Cristo.